La realtà familiare del circo e del lunapark appare, a chi va oltre le sensazioni date dalla pista e dalle attrazioni, un universo di valori e di problemi di non facile comprensione.
Studi rigorosi sull’argomento in chiave etnoantropologico sono pochi, la letteratura è piuttosto vecchia, le ricerche sul campo rare, specie in Italia (AUTORI VARI, Être nomade augjour d’hui, Institut d’Ethnologie de l’Université et Musée d’Ethnographie de la Ville, Neuchâtel 1979) e prendono in esame realtà nomadi diverse cogliendo solo parzialmente le istanze che emergono dal mondo circense e dello Spettacolo viaggiante.
Le due realtà (circo e lunapark) sono profondamente diversificate e contemporaneamente pienamente simili.
Ciò che più li accomuna è la vita in carovana: uno spazio ristretto per famiglie spesso numerose; oggi con tutti i comfort del caso ma che chiede comunque spirito di adattamento, grande rispetto reciproco, riservatezza. Gli spazi limitati di una carovana riduce il guardaroba all’essenziale, ma anche una relativizzazione del rapporto con le cose. Vivere in carovana significa convivere con la polvere d’estate e con il fango d’inverno e l’impegno delle donne per mantenere la pulizia deve essere costante con la collaborazioni di tutti, magari semplicemente togliendosi le scarpe sulla scaletta prima di entrare. Vivere in carovana significa anche viaggiare, dunque mettere in sicurezza ogni cosa, sportelli, cassetti, televisori, bicchieri, stoviglie … i piccoli soprammobili che personalizzano la casa di ogni famiglia devono essere tolti impacchettati e sistemati ed all’arrivo rimessi tutti allo stesso modo per essere utilizzati. Le rotture sono inevitabili, specie quando sopravviene la fretta e la messa in sicurezza diventa precaria … non può esserci un oggetto a cui si tiene in modo particolare, un “ricordo”, tutto è destinato a vita più o meno breve; quello che conta è interiorizzare i ricordi, rafforzare le relazioni personali.
L’altro fatto che accomuna i circensi ed i fieranti è che la loro famiglia è anche comunità di lavoro, sia che sia la conduzione di una attrazione del lunapark che la gestione di un’impresa circense o l’esecuzione di numeri in pista. La famiglia vive contemporaneamente le proprie relazioni intrafamiliari e le dinamiche dell’attività lavorativa.
L’arte del Circo e dello Spettacolo Viaggiante è “coltivata” e trasmessa all’interno della famiglia, intesa nella sua nuclearità ma anche e soprattutto nel senso più ampio di “clan”.
L’«arte» circense non implica soltanto la capacità di eseguire un numero all’interno dello spettacolo, quella dello spettacolista viaggiante non si limita a far girare la giostra, quanto la partecipazione alla conduzione dell’intero complesso, dal viaggio al montaggio delle attrezzature, dalle pubbliche relazioni alla gestione delle luci e dei suoni, insomma a quel complesso di attività che concorrono alla costituzione dello spettacolo. Questi villaggi viaggianti comportano anche una serie di attività che non sono strettamente connesse alla specificità della propria attività ma che concorrono al suo mantenimento come il trasporto e lo stazionamento delle carovane, impiantistica, meccanica, e in genere quanto necessario per garantire una certa autonomia della vita sociale. Dunque la vita sociale e familiare ha bisogno di una “sapienza” fatta di atteggiamenti, di abitudini, di valori che derivano dalla tradizione della Gente del Viaggio.
Un altro fatto comune, legato al viaggio, è la difficoltà della scolarizzazione dei ragazzi. Normalmente frequentano la scuola pubblica nel luogo dove si trovano ma hanno difficoltà ad allacciare rapporti affettivi e di collaborazione; non che ne manchino di capacità ma c’è una sorta di inconscia autodifesa di chi non può mantenere a lungo relazioni stabili.
Il cambio frequente di paese e di scuola crea notevolissime difficoltà da un punto di vista di una programmazione e continuità didattica, dall’altra esercita i bambini ad una capacità di adattamento, comprensione e di analisi dell’altro.
I bambini crescono presto, e molto precocemente indirizzano il loro futuro. Nel Circo e nel Lunapark la vita è già indirizzata dalla nascita, lo studio non serve ad orientare la vita; troppo spesso alla scolarizzazione viene data un’importanza relativa ma ci si sta rendendo sempre più conto quanto questa sia importante ed imprescindibile nelle relazioni col mondo circostante. La responsabilizzazione negli ambiti della gestione dell’azienda familiare è precoce: molto presto ci si assumono piccole, e sempre più grandi, responsabilità, dallo spianto all’impianto delle attrezzature di lavoro e di vita, alla gestione dell’attrazione o all’ingresso in pista.
Le differenze sostanziali tra il mondo familiare del circo e Lunapark sono date dalla struttura organizzativa del lavoro. In genere il lunapark si sposta con un programma preordinato e con una ciclicità annuale seguendo i tempi delle sagre, delle fiere e delle feste patronali. Il circo invece non ha un itinerario prestabilito se non a grandi linee e tende ad una mobilità maggiore tornando raramente nella stessa piazza se non a distanza di tempo. Dunque la relazione con il territorio, o meglio con i territori, è facilitata nell’ambito dei fieranti mentre è praticamente nulla in ambito circense. Pastoralmente parlando questo comporta una rilevanza non trascurabile, anche se la presenza delle giostre in un clima di festeggiamenti patronali non facilita l’attenzione del clero o della comunità ecclesiale verso questi “ospiti” abituali.
L’altro aspetto non trascurabile, che condiziona la vita sociale delle famiglie è che il Circo è una comunità in movimento, il Luna park si forma e si trasforma in ogni piazza.
Il Circo rimane sempre lo stesso almeno per un triennio, tutti concorrono alla realizzazione del medesimo spettacolo anche se con compiti e responsabilità diverse, ci troviamo di fronte ad un’unica Impresa più o meno grande ed articolata.
Nel lunapark ogni famiglia è un’impresa a se stante che presenta la propria attrazione, il rapporto con le altre famiglie dura il tempo di una piazza ed ha la dinamica strana di coniugare l’interesse comune per il buon andamento della fiera ma anche la concorrenza con le altre ditte.
In ambedue i casi la dinamica sociale subisce profonde variazioni, nel mondo del circo la vita di relazione è maggiormente sviluppata, il ritrovarsi nello stesso luogo per lo stesso scopo aiuta il confronto e la solidarietà. Nel Lunapark ogni famiglia vive maggiormente la propria individualità, apre e chiude il proprio mestiere indipendentemente dagli altri, l’attenzione al proprio lavoro e la cura della clientela non sempre lascia spazio alle relazioni interpersonali ed interfamiliari che sono più sacrificate.
In questo complesso di valori e significati, l’aspetto religioso ha una sua caratteristica particolare derivante dalla pura tradizione familiare se si pensa che i contatti con la “Chiesa” ufficiale e dei suoi ministri è sempre più rara ed occasionale. Così è la nonna che invita alla preghiera personale, che accompagna i nipoti alla chiesa ad accendere le candele. Essenziale il rapporto, sostanziale e vivo, con i propri defunti. |